La grafica e il sigillo
nelle opere di Carla Cadinetti

Considerazioni critiche di Paride Maccafani

La grafica, termine che proviene da grafia, mantiene della scrittura, il segno sospeso nella purezza essenziale d’un cenno che suggerisce e dice. La sua peculiarità estetica consiste nello stagliarsi su di uno sfondo e risaltare: il nero sul bianco o viceversa, ma il gioco può svariare nella gamma infinita dei cromatismi. La grafica si sposa sovente con il design, divenendone un complemento quasi strutturale, ma si estende oltre, sino a coniugarsi con gli oggetti, allorquando si presentano nella nudità che non ha referente alcuno. L’artista in questi casi si confronta con l’Essere stesso nella sua alterità quasi metafisica, ed opera per astrazione da qualsivoglia contesto.

Ma veniamo ai lavori di Carla Cadinetti che rampollano dalla realtà fattuale e talvolta da concetti, rimanendo tuttavia rigorosamente definiti, tracciati in un ambito incantato come nel caso degli scorci recoaresi oppure, quando profilano l’enigma più inafferrabile dei gatti. Il profilo squisitamente femminile di queste sagome dipinte è tutto grafico, sottolineato da colori vivaci, talvolta squillanti, ma che s’acquietano nell’armonia d’insieme.
I gatti, estremamente decorativi, colgono forse la diversità incontrollabile dei felini domestici, e danno modo all’artista di raccontare, anche attraverso i loro sguardi l’indole più segreta e vagabonda di questi animali.

Recoaro invece rivive sognante lungo scorci che ripercorrono, nella carezza dei colori, perimetri antichi, quelli degli edifici che racchiudono la storia d’una comunità.

Altro linguaggio ed altra sintassi è scritta nei lavori che come algide scatole racchiudono un infinito inviolabile. Il segreto è tale che un sigillo li rende addirittura ermetici. Certo, non è che lo spago dei pacchi, quelli d’antan, eppure nessuno potrebbe violare quella soglia. L’equilibrio grafico è in questi lavori la cifra più vera ed esteticamente appagante. Ancora un mistero che interroga, che intriga chi guarda.
Un altro riquadro con la scritta “Home” annovera molte strisce di stoffa: la biancheria di casa, le lenzuola che dicono l’intimità della famiglia, sia pur ridotta a lembi minimi accostati, quasi un puzzle che parla sottovoce e dice l’inconfessabile quotidiano,
Di grande effetto è anche quella chiave sospesa nel nulla senza cui ogni accesso è precluso.
“Mediterraneo” invece dice la tragedia nel sangue che scaturisce dalle conchiglie. Il tutto nell’algida purezza del bianco che sbava
lievemente nel rosso.
L’arte prima di essere tale deve presentarsi come artigianato impeccabile, e questi lavori di Carla Cadinetti sono manufatti ove nulla vi è di trascurato o di lasciato al caso. Vivono in una loro dimensione tesa alla perfezione.

Oltre a ciò sanno d’originale, di nuovo ed inesperito. Di grande interesse sono pure quelle “aiuole” ove numerose corolle di carta vanno a riassumere un giardino ideale, ordinato entro uno schema euclideo che esala tuttavia l’alito vitale della natura.
È in quest’artista la consapevolezza che ci si può orientare lungo perimetri estetici con eleganza, realizzando esiti che esprimono senso profondo, sia pur nella semplicità più disarmante.